Impianti dentali: quando sono la soluzione giusta e perché

Quando è consigliata la realizzazione di un impianto dentale? Che tempistiche richiede e per quanto tempo è davvero la soluzione ai propri problemi ai denti? Qui di seguito proveremo a fare chiarezza su questi e altri simili dubbi che riguardano gli impianti dentali: quando il proprio dentista di fiducia li propone come ipotesi terapeutica, infatti, qualche perplessità è naturale, soprattutto in ragione del fatto che, per quanto semplice e in genere realizzato direttamente in poltrona nello studio dentistico, ha agli occhi di chi deve subirlo tutte le sembianze di un vero e proprio intervento.

Quando servono, che problemi risolvono, a chi affidare la realizzazione di un impianto dentale

Partiamo, allora, dai vantaggi dell’implantologia dentale. Se per impianto ai denti si intende soprattutto la realizzazione di protesi, ponti dentali o impianti endossei l’obiettivo è in genere andare a colmare un gap dentale, ossia un certo vuoto in bocca generato dalla mancanza di denti – estratti o persi come conseguenza dell’età o di una patologia a carico dell’apparato orale. La funzionalità di un impianto dentale potrebbe sembrare, così, innanzitutto e soprattutto estetica e, in effetti, se si considera che la mancanza di denti soprattutto nell’arcata superiore o nella porzione anteriore della bocca può causare disagio nel paziente, non c’è ragione per cui non ricorrere all’implantologia anche solo per sentirsi più belli e più a proprio agio con se stessi. Il più delle volte, però, un impianto dentale serve a risolvere problemi come una scorretta masticazione o una cattiva postura che possono avere conseguenze ad ampio raggio sul paziente; qualche volta, poi, questo tipo di intervento serve anche a correggere qualche malfunzionamento fonetico.

Se tante sono le ragioni cliniche per ricorrere a un impianto dentale, insomma, numerose sono anche quelle per preferirlo ad altre alternative come un ponte per esempio. La principale consiste nel fatto che, a fronte di una spesa che non è in genere di molto superiore, la durata in vita di un impianto dentale è maggiore: circa dieci o quindici anni per quelli di ultima generazione e realizzati con materiali di buona fattura. Proprio l’utilizzo di materiali perfettamente biocompatibili, poi, evita problemi di rigetto o di cattivo adattamento della protesi alle strutture della bocca. E, scegliendo le tecniche più moderne, si dovrebbe poter fare affidamento su una soluzione che non crea disagi, con cui non si rischiano sgradevoli incidenti: se le condizioni dell’osso sono buone, infatti, la vite è direttamente fissata all’osso e la parte visibile della protesi, a sua volta, è fissata alla vite. Il vero trucco sta nel rivolgersi a un professionista dell’implantologia dentale che abbia esperienza comprovata in materia e che padroneggi in toto le tecniche praticate.

Bisognerebbe certo tenere conto, comunque, che per realizzare un intervento per l’impianto dentale potrebbe essere richiesta la presenza di un tecnico ad hoc o di un’equipe chirurgica nel caso in cui fosse necessario svolgerlo in anestesia totale. I più fortunati non ne hanno necessità, l’impianto viene realizzato addormentando solo la zona da trattare e con una durata complessiva che non eccede i 20 o 30 minuti. Anche il decorso post-operatorio potrebbe essere più o meno complesso in considerazione di com’è avvenuto l’intervento ma, in ogni caso, non dovrebbe mai essere eccessivamente doloroso.